martedì 18 ottobre 2011

Ode al Mellin 1

Chi mi legge lo sa, non allatto al seno. Non per mia scelta: non ho avuto latte. L’allattamento, o meglio, il non-allattamento è stata la cosa peggiore di tutta l’esperienza della maternità. Peggiore anche di 8 ore di travaglio+ventosa+ cesareo d’urgenza alle 4 di notte, non so se rendo l’idea.

La prima volta che mi hanno portato Elena mi hanno detto: “La attacchi subito al seno eh!” e se ne sono andati.
Ho provato ad attaccarla, è stata una sensazione bellissima. Ovviamente non usciva nulla se non poche gocce di colostro, ma io ben istruita al corso preparto, dalle riviste, da Internet e da tutti i posti dove martellavano  con l’importanza del latte materno, non mi preoccupavo, anche se Elena già piangeva per la fame.

Nelle ore seguenti l’ho attaccata ancora, e ancora e ancora. Non sapevo come gestire i capezzoli che scomparivano nella massa del seno, ma sembrava che mia figlia ne sapesse più di me su come attaccarsi. Ancora colostro e basta. Secondo giorno idem. Elena era furibonda per la fame, la conosceva tutto il reparto per i suoi strilli.

Al terzo giorno arriva un gran dolore ai seni: montata lattea in arrivo, mi dicono tutti. Evviva! Mi consigliano di favorirla con impacchi di acqua calda, e io, per amore di mia figlia, mi tengo borse d’acqua calda sul petto per tutta una lunga, torrida notte di fine giugno.

Quarto giorno, ancora niente latte. Intanto Elena ha l’ittero. Nulla di grave, basta un giro sotto la lampada, ma per scaricare la bilirubina in eccesso deve urinare e defecare, e non può farlo se non mangia, giusto? Arrivano i primi biberon di latte formulato, finalmente mia figlia smette di piangere. Intanto io mi faccio aiutare al nido ad attaccarla al seno vuoto: tutte le infermiere mi hanno manipolato, strizzato, spremuto, torto i capezzoli, accusato a turno me e mia figlia di non sapere come attaccarsi e poi ammettere che Elena si attaccava benissimo.

 Intanto però lei aveva scoperto il biberon, più facile e soddisfacente. Allora mi sono attaccata al tiralatte per ore, pur di darle prezioso latte materno come mi ripetevano tutti allo sfinimento: mai tirato fuori più di dieci grammi. Durante quelle sessioni interminabili producevo più lacrime che latte, in pratica. Ero circondata da manifesti che incitavano all’allattamento al seno, infermiere che mi facevano tenere la bambina affamata attaccata al seno vuoto “per stimolarlo” e solo quando era rauca di pianto mi davano il biberon, sempre ripetendo “Il latte materno è la cosa più preziosa per il neonato e blablabla”. Attaccavo Elena al seno e piangevamo in due per la frustrazione, le davo il biberon e piangevo io per il senso di fallimento. Mi sentivo una mamma menomata.

Siamo andate avanti così una settimana, con due giri di lampada per l’ittero. Una mattina vado al nido per il rito seno vuoto-bimba arrabbiata-biberon pieno-bimba serena e una delle solite infermiere mi fa: “Signora ma non si preoccupi, anche io ho usato il latte formulato e le dico che i bambini crescono benissimo!!”.
Ma come?!?! Ma se fino a ieri mi trapanavate il cervello con sta storia del latte materno?!?

Ho continuato a sentirmi inadeguata anche dopo l’uscita dall’ospedale.  Ogni pianto di Elena era una pugnalata perché pensavo che se avessi avuto latte avrei potuto calmarla attaccandola al seno. E poi tutti a chiedere “La bambina come sta? La allatti? E perché no?”, e io lì a sentire di dovermi giustificare quando sarebbe bastato rispondere“perché non ti fai un po' di  fatti tuoi?”.

Benedetto Mellin1, mentre io mi disperavo lui faceva il suo lavoro di latte formulato e faceva crescere la mia bambina.

Intanto io lentamente capivo che essere mamma è molto di più che offrire un seno, e che anche attraverso la tettarella possono passare amore e cura. E ho capito che l’attenzione che circola verso l’importanza dell’allattamento al seno sconfina nel terrorismo: si batte talmente tanto sul latte materno che ci si dimentica di chi, per diversi motivi, usa quello formulato. Che resta latte, mica veleno, a differenza di quanto sostengono le talebane del latte-materno-fino-alla-maggiore-età. Io dico solo: sì al latte che fa crescere tuo figlio, qualunque esso sia.  

12 commenti:

  1. Hai ragione questo post è bellissimo bisognerebbe farlo leggere alle ostetriche che ti hanno palpeggiato!E si al latte che fa crescere i bambini!

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  2. La gente trova sempre un modo per farti sentire inadeguata, e non solo gli sconosciuti, ma anche quelli che ti conoscono e ti vogliono bene. il non riuscire ad allattare al seno è una delle cose che a una neo mamma viene fatta pesare di più. Io sono stata fortunata, ho allattato entrambi i miei bimbi, la Pupa fino a 10 mesi e il Pargoletto fino a 6... e pensa che mi hanno fatto pesare il fatto di averlo allattato così "poco". Ogni cosa che facciamo, c'è sempre qualcosa che non va!
    Comunque essere mamma non è allattare al seno, come hai detto te, essere mamma è molto molto di più. Hhahah bello le "talebane"... talebane della tetta :) Farebbero bene a stare zitte, ogni mamma dovrebbe avere la sensibilità di capire quando un altra mamma può soffrire di ciò che diciamo, facciamo, asseriamo. E ci vorrebbe un po' più di umanità e comprensione fra "colleghe" anche nella vita di tutti i giorni, non solo qui su blogger!
    Un abbraccio, pasti :)

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  3. Dopo aver penato tanto con l'allattamento al seno, dopo aver passato 40 giorni praticamente nuda dalla mattina alla sera, con un Lollino sempre arrabbiato e con la sensazione di avere un cane che mi mordeva la tetta, dopo ingorghi a non finire, impacchi, strizzate e tirate di latte....posso solo ringraziare anch'io il Mellin 1!!!!!

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  4. Coraggio, non è colpa tua se non puoi allattare.

    Sai essere una madre dolcissima e premurosa e questo è indispensabile per la crescita della tua Elena.

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  5. Col primo ho pianto tanto in ospedale perchè la montata lattea non arrivava e le infermiere mi facevano sentire menomata. Per la cronaca poi mi è arrivata. Ma dopo una settimana. Ero già a casa e gli davo il latte artificiale però, prima di dargli la poppata lo attaccavo sempre al seno. Perchè ho un caratteraccio e mi ero fissata, forse un po' esaurita ma vabbè

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  6. Io ho allattato due anni e mi sono sentita inadeguata lo stesso perché ho allattato troppo a lungo. Io penso semplicemente che ogni donna debba fare come può, come le chiede il suo corpo, come le dice il suo pensiero e - nel mio caso - come le chiede la sua bambina. Non c'è bisogno di tutto questo terrorismo psicologico, né in un senso, né nell'altro.

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  7. @ gracy: sapveo che avresti capito perfettamente :-)
    @ Gianna: non è facile fare pace con se stesse in questa situazione
    @Eu: sembra brutto se dico che un po' ti invidio, per la montata e per la costanza?

    @Apprendista mamma: ciao! brava, è il terrorismo psicologico il punto. E c'è poi quest'idea che una madre vada necessariamente guidata da "esperti", siano questi studiosi, psicologi o altre mamme

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  8. Matrioska

    questo tuo post andrebbe appeso in giro per i reparti di nido.

    Se può essere di parziale consolazione, i commenti invadenti e le frecciate io le ho ricevute perché con il mio latte la mia bambina cresceva... troppo. Nel senso che dalla prima settimana fino ai primi 4 mesi ha mantenuto il peso medio di un maschio. Ora se ad una pesata trovavo l'ostetrica carina che mi diceva che non mi dovevo preoccupare che diventasse obesa, un'altra la chiamava affettuosamente "Cicciona" e ad un'altra pesata ancora una demente mi fa "Chissà che rallenti se no per Pasqua avrete la tacchina". Sono rimasta senza parole e non sono riuscita nemmeno a replicare... nei primi tempi siamo tutte molto fragili. Per fortuna questa qui non l'ho più rivista ma per un po' mi è rimasta addosso la paranoia che mia figlia fosse "troppo grande". Poi c'è la questione di quanto a lungo allattare, pure lì piovono domande e commenti non richiesti, il blog è pieno di queste testimonianze.

    Nel tempo ho sempre chiesto consiglio e sostegno solo alle neomamme, mentre quando arrivano le domande e i consigli dagli Altri, cioè persone che non hanno un neonato a fianco - anche domande innocenti, anche consigli sinceramente affettuosi - ho cominciato a fare un bel sorriso a 36 denti e dire "grazie ce la caviamo". E pure rispondere in modo tagliente, quando era il caso ;)

    Uno strabacio :-*

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  9. Un post illuminante.. Quella di non saper/riuscire ad allattare al seno è solo una delle mie preoccupazioni. Ma tu sei come al solito rassicurante.. nonostante l'odissea che hai passato in ospedale. Ma queste ostetriche (leggo anche dai commenti) sono sempre così poco d'aiuto? E io che credevo di poter fare affidamento su di loro...

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  10. Finalmente qualcuno che puo capire il dolore di una mamma che vuole allattare ma non ha abbastanza latte. Soffrivo x che sapevo che al suo risveglio il mio latte non sarebbe bastato.

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  11. Condivido in pieno ! Anch'io ho sofferto e sto soffrendo ancora per essere ricorsa al latte artificiale per delle aggiunte serali. Non è giusto colpevolizzare così le mamme in difficoltà. Il latte materno è prezioso ma ancor più prezioso è l'amore di una mamma per il proprio figlio.

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  12. Ciao :)

    condivido tutto in pieno anche io. Sono mamma di Elena, mia figlia si chiama come la tua, da maggio di quest'anno. Ho avuto un'esperienza molto simile alla tua se non quasi uguale a parte alcuni dettagli. Mi è sembrato di leggere la nostra storia, quella mia e di mia figlia.
    E' confortante sapere di non essere sole in certe situazioni. E' dura accettare all'inizio quando sembra che tutti allattino al seno e tu no, quanto ti senti una nullità, perchè, chissà come mai, tutti millantano questo allattamento al seno...si è importante ma è più importante che una madre sia presente e l'affetto e l'alchimia che si instaurano tra madre e, nel nostro caso, figlia.
    "Prova col tiralatte" mi dicevano..."Deve diventare il tuo secondo lavoro"....a quel punto, dopo un pò ho pensato..."Come il secondo lavoro? Ma stiamo scherzando?Mia figlia deve avere una mamma serena accanto, non una donna e mamma sclerata che è spinta dal proprio sentirsi inadeguata ad avere a tutti costi il latte". Così ho detto basta. Mia figlia cresce fortunatamente, e ora mi sente serena e lo è anche lei. E' questo l'importante.

    Grazie per questo post

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