lunedì 19 marzo 2012

Autoironizzatevi questo - aka la sagra dell'intolleranza, se è quello che volete

E' una settimana che penso a questo post di Seavessi.
In breve: Seavessi, mamma di due bimbe, di cui una di pochi mesi, ha ricevuto da un collega una lista di 10 passi falsi da evitare in società che una mamma dovrebbe rispettare. Il collega  gliel'ha mandata perché "so che non ti manca l'autoironia" .
Non vi dico quanto fa ridere la lista. Anzi sì, ve lo dico: fa ridere talmente tanto che mi è venuta voglia di fare una controlista.

Mi sta bene che chi non ha figli non sia interessato all'argomento, ci mancherebbe: io stessa, non più tardi di un paio di anni fa, pensavo che l'ovetto fosse solo il prodotto di una gallinella, o che i bambini di notte dormissero. So bene che i bambini maleducati, tirati su senza alcun pensiero per le norme elementari della convivenza civile, esistono e danno fastidio.
Però da qui a pretendere di far finta che i figli degli altri non esistano ce ne vuole. Anche perché, per citare SeAvessi, Latest news, siamo stati tutti bambini
Se invece vogliamo metter su la sagra dell'intolleranza, fatemi passare, ché io ne sono la madrina. Tutti possiamo avercela con tutti, in questo mondo. Io sbranerei chi sente la musica con le cuffie a volume folle; chi urla al cellulare; chi sgomma  e accelera davanti alle strisce pedonali; chi è troppo lento nei camerini di prova; chi alla cassa del supermercato riempie con calma le buste in ordine cromatico mentre la mia spesa giace sul banco. Sbranerei un sacco di persone, in generale. Ma non categorie intere. Quindi capisco chi ce l'ha con una mamma, quella che lascia che i figli distruggano un negozio perché "vogliono solo giocare" o che non riprende il decenne che sputa "per gioco" a un passante (true story). Ma non si può avercela con le mamme, perché è miope, facile, banale, scontato e ingeneroso. Perché tutti, anche quelli che "ai miei tempi io non rispondevo male" siamo stati bambini, e TUTTI da bambini abbiamo avuto i nostri momenti pestiferi.

Seavessi ha replicato alla lista (in corsivo qui sotto) con il Caccapride, al quale prossimamente parteciperò con orgoglio. Oggi invece propongo una controlista:


10 passi falsi in società da evitare più dei pidocchi 
Ovvero: tutto quello che pensavate di poter dire, fare (o baciare) in quanto madri, il più delle volte, spiace: non si fa! 

10 passi falsi in società da evitare più della gonorrea.
Ovvero: tutto quello che pensavate di poter dire, fare (o baciare) in quanto children free, il più delle volte, spiace: non si fa!

1) Non si parla di cacca in pubblico. Mai. Neanche se «è bellissima». Perché la cacca non è mai bellissima, innanzitutto. E poi puzza. Sempre. A voi sembra di no, ma sono gli ormoni. Cioè: sostanze prodotte in natura col dichiarato scopo di consentire a una donna normale di occuparsi di una bestiolina isterica abbastanza a lungo da garantire la sopravvivenza di entrambe. 

1) Non si parla del vostro transito intestinale in pubblico. Mai. Neanche se è al centro dei vostri pensieri. Neanche se pubblicizzate un noto yogurt. Neanche se il bifidus è il vostro compare di cresima. Perché della vostra naturale regolarità non gliene frega niente a nessuno. A voi sembra estremamente interessante, ma quando chi vi sta di fronte mentre rivelate "Sai, mi basta una colite e rientro in quella gonna" annuisce con cortesia, non lo fa perché  sia interessante quello che dite, ma perché è un genitore che ha passato una notte in bianco, e muovere la testa gli/le serve a non addormentarsi.

2) Non si parla al plurale. Voi non avete «fatto proprio un bel ruttino», voglio sperare. Voi non avete «mangiato tutta la pappona, gnam». Ma soprattutto: voi non avete (e non avrete mai, mi auguro) «il culetto tutto rosso», «le colichette», «i dentini che inossano». (Figuriamoci «fatto tanta cacca» - bellissima o no). 

2) Non si parla al plurale. Voi non avete "giocato un'ottima partita contro l'Inter". Voi non avete "vinto le elezioni". Al massimo avete "guardato la partita/il risultato delle elezioni stravaccati sul divano". Dove il plurale è dato dal duplice soggetto di voi e la vostra panza da birra.

3) Non si abusa - almeno professionalmente - del «sailabambina» (ovvero della giustificazione definitiva: Hai consegnato la relazione? «No, sailabambina: è stata male»; Ne parliamo domani in riunione? «No, sailabambina: ha la recita di Natale»). Se la bambina è veramente cagionevole, o molto mondana, inventatevi un cane. E un veterinario sempre in ritardo. 

3)  Non si abusa professionalmente del "sai il cane". Lo sanno tutti che è una balla, perché non avete voglia di lavorare e scaricate le rogne a quella appena rientrata dalla maternità perché "sai il veterinario è sempre in ritardo". E, sappiatelo, 5 mesi di maternità non sono 5 mesi alle Maldive. Ebbene, no. Sapevatelo.

4) Non ci si offende mortalmente se l'invito a quel matrimonio non è stato esteso ai bambini. Ai matrimoni comanda la sposa, e una sarà pure in diritto di organizzare un ricevimento formale di sera - o una sessione di bungee jumping nuziale - senza doversi preoccupare dell'animazione under 3. Certo: il vostro matrimonio era di giorno, col menu bimbo e due pagliacci prezzolati. Ma voi avevate un figlio, appunto. 

4) Non ci si offende mortalmente se al matrimonio ci sono bambini che - ommioddio - non sono ologrammi ma creature vere che nelle 12 ore di maratona del pranzo di nozze si fanno vedere o -orrore- sentire. Ai matrimoni comanda la sposa, e se vuole tutti i suoi nipoti o gli amichetti dei suoi figli sarà pure in diritto di organizzare la succursale di un asilo nido. La prossima volta che volete festeggiare senza marmocchi intorno, andate al funerale di quella che ha organizzato il  bungee jumping nuziale.

5) A proposito di ricorrenze: Non si usano le foto di un neonato vestito da Babbo Natale (scattate a luglio, peraltro, per venire incontro alle tempistiche di stampa) per augurare urbi et orbi «Buone Feste». È consentita una tiratura limitata per nonni e zie, previa promessa di far sparire ogni prova entro il tredicesimo compleanno dell'accaldato mini-modello. 

5) A proposito di ricorrenze: non si usano le tristissime card comprate a mazzi da 100 tutte con la stessa scritta, o, peggio, lo stesso sms mandato a tutta la rubrica.  Meglio le foto di un neonato vestito da babbo Natale: di sicuro non verranno riciclate per l'anno successivo, a differenza del vostro sms. È consentito un modesto uso del tasto "inoltra" previa garanzia di conoscere la differenza tra pronomi maschili e femminili, e relativi destinatari.

6) Non si fa salire su un treno - o peggio: un aereo - il minore senza aver provveduto a organizzare forme varie di intrattenimento (quieto) per una durata almeno doppia - ma meglio tripla - del tempo di percorrenza. Nel malaugurato caso in cui neanche tutta la gadgeteria ufficiale Disney dovesse bastare a placare l'improvvida crisi di nervi, non si risponde scocciate ai compagni di viaggio esasperati. «È solo un bambino» non è certo un motivo sufficiente a perforare i timpani di 200 disgraziati intrappolati 13000 metri sopra il livello del mare. 

6) Non si sale su un treno - o peggio: un aereo - se si è maggiorenni dotati di cuffie che fanno sentire i rutti del vostro batterista preferito fino a sette file dietro. Nel malaugurato caso in cui non poteste ostentare il vostro sbrilluccicoso i-coso, non ci si attacca al cellulare - o al vicino di volo - raccontando del proprio transito intestinale con volume da perforare i timpani di 200 disgraziati intrappolati 13000 metri sopra il livello del mare. Certo che poi un bambino si innervosisce, a sentirvi.

7) Non si assume che qualunque superficie piana, ovunque disposta, possa efficacemente essere adibita a fasciatoio (a meno che tale superficie non si trovi a casa di vostra madre, nel qual caso: sentitevi libere). Il fatto che siate state invitate a portare il piccoletto con voi vuol dire che i vostri amici (beati loro) vi considerano ancora dotate di qualche traccia di senno, non che hanno deciso di immolare il divano di pelle nuovo alla causa della «cacca bellissima». 

7) Non si assume che qualunque superficie piana sia fatta per stenderci le  vostre gambe pelose (a meno che tale superficie non si trovi a casa di vostra madre, nel qual caso: sentitevi liberi). Il fatto che siate stati invitati a mettervi comodi vuol dire che i vostri amici con figli vi considerano ancora dotati di qualche traccia di buona educazione, non che hanno deciso di trattarvi come se aveste 13 mesi e nessuna consapevolezza di cosa "non si fa".



8)  Non si fermano donne incinte per strada, non si attacca bottone in fila al supermercato con la scusa della pancia, non si elargiscono consigli non richiesti per la rapida cicatrizzazione dell'episiotomia sotto il casco del parrucchiere. Il fatto che vi accumuni un'esperienza importante come la gravidanza non vi rende tutte parte di un club di confidenze intime. Come dice una mia amica saggia: partoriscono pure i gatti. 

8) Si fermano le donne incinte per strada: si fanno passare prima. Si fermano al supermercato: si fa saltare loro la fila. facoltativo attaccare bottone: in genere una donna incinta è contenta di sentirsi dire: prego, prima lei. Si fermano  le donne incinte sull'autobus, se loro sono in piedi e voi seduti, e si cede loro il proprio posto. Non fate finta di non vederle, non convincetevi che siano obese. Quella pancia sporge perché c'è un bambino dentro, non un barile  di birra: quella è la vostra.


9) Non si dà per scontato che la propria configurazione familiare sia quella standard. Pertanto, non si dice «prima chiediamolo alla tua mamma» al bimbo che vuole un altro dolcetto al buffet di compleanno. Non si rassicura la piccola caduta di bicicletta con «adesso andiamo dal tuo papà». E mai - mai, mai, mai - ci si lascia scappare qualsivoglia commento su qualsivoglia somiglianza tra qualsivoglia adulto e un bambino del quale non si conosca l'albero genealogico con assoluta - assoluta - certezza . 

9) Non si dà per scontato che la propria idea di configurazione familiare sia quella standard. Non si chiede alla mamma di un 9mesenne "Ma sei di nuovo incinta o sono i resti della gravidanza di prima?".  Non si chiede a una che ha avuto venti punti di sutura al parto: "Beh, quando ne fai un altro?". Non si chiede a una mamma di 4 figli "Beh, mica ne vorrai fare un altro?". E mai - mai, mai, mai - si chiede a una coppia "E voi, figli niente?" (cit. blog di Nina, ndA)

10) Non si pensa di essere - al mondo in splendida solitudine - perfettamente in grado di fare tutto: che ci vuole. Se avete una tata affidabile, nonni scattanti, una splendida carriera, bambini geniali oltre che educatissimi, un marito devoto e neanche una smagliatura, non è che siete più brave delle altre. O siete Angelina Jolie, o siete solo più brave a raccontarvela.

10) Non si pensa di essere perfettamente in grado di fare tutto: se avete più tempo per fare straordinari, andare dal parrucchiere, viaggiare per il mondo, preparare cenette, non è che siete più furbi di chi ha avuto figli e non ha nemmeno il tempo per pettinarsi. O siete  orgogliosamente child free, o siete solo con i paraocchi.


giovedì 8 marzo 2012

Estrazione del giveaway!

Grazie per aver partecipato numerose al mio giveaway!!
e la vincitrice è....

Gracy!

Congratulazioni cara!

lunedì 5 marzo 2012

SOS Latte (niente paturnie sull'allattamento, tranquille)

Update: grazie a tutte dei suggerimenti! mi sono fatta un'idea, e ho deciso come fare.
1) Ignoro bellamente quello che mi ha detto il pediatra
2) verso l'anno di Elena (a giugno) comincio ad inserire gradualmente il LV, che sarà:
              - parzialmente scremato
              - diluito (per poi arrivare gradatamente al quello "liscio"
               - senza zucchero
             - con un biscotto al mattino


Ho chiesto anche un parere a un'amica nutrizionista, che si è detta d'accordo sul latte parzialmente scremato, perplessa per la mancanza di diluizione, sconcertata per l'introduzione prima dei 10-12 mesi, e basita per zucchero!



Sono perplessa.
All'ultimo tagliando di controllo (pupa in perfetta forma, lunga e vivace) il pediatra mi ha suggerito di cominciare a dare a Elena (8 mesi) il latte vaccino, prendendo quello della Centrale parzialmente scremato, senza diluizioni e con l'aggiunta di un cucchiaino di zucchero e un biscotto. Il tutto con il solito tono cattedratico.
Ecco, parliamone:

1) ma non si legge dappertutto che il LV va dato dopo l'anno?

2)  perché parzialmente scremato? se non bevono i bambini il latte intero allora chi?

3) zucchero e biscotto? e già che ci siamo, un po' di ragù  no?

Mamme, aiutatemi! Ora Elena prende il Mellin 2, più o meno mezzo litro al giorno - e ho scorte a morire, che naturalmente NON butterò, ma prima o poi finiranno -. Che faccio?



PS. Prestissimo l'estrazione del giveaway!