mercoledì 23 febbraio 2011

Nomen omen, ma di cosa?

Cara Pupetta,

per quanto mi piaccia chiamarti Pupetta, mi sa che bisognerà trovarti un nome vero prima o poi.
Quando ho saputo di essere incinta, ho trovato con il tuo papà un nome da maschietto nel giro di pochi giorni: fossi stata un bimbo, ti saresti chiamata Alessandro. Musicale, bel significato, e poi ero stata ad Alessandria d'Egitto che ero incinta di poche settimane: il nome era venuto da sé.
E invece sei una bimba, quindi abbiamo ripreso la confusa rosa di nomi femminili, e qui comincia il bello. A me e al tuo papà piacciono nomi brevi, semplici, possibilmente con poche e con molte vocali perchè danno un suono più dolce. Quindi fuori dalla lista  Lucrezia, Ginevra, Aurora,  e via di seguito.

Chiamarti Alessandra no, perchè ormai mi suona come nome maschile, e se poi avrai un fratellino che facciamo?

Nomi di nonne/i  proprio no, ne fai contento uno e se ne scontentano tre.

In realtà ci sono dei nomi che mi piacciono, e molto, ma il cognome del tuo papà non permette certi abbinamenti, o ti faresti tutta la scuola dell'obbligo a prese in giro per l'accostamento. E guarda che la scuola dell'obbligo è lunga. Quindi via il mio nome preferitissimo, Chiara, e via anche nomi belli come Viola e Bianca. Peccato.

Al tuo papà piace molto Elettra, per via di una storia sull'ambra, gli elettroni e la figlia di Guglielmo Marconi che lui, da bravo geek, ti saprà spiegare a suo tempo  molto meglio di me. Io, a chiamare mia figlia come una che nella mitologia greca uccise la madre, non ci penso proprio. Al limite, glielo concederò alla quinta bambina, quando avremo esaurito ogni altra possibilità.

Poi c'è il capitolo "associazioni nomi-persone" per cui nomi dal bel suono mi ricordano persone cretine, o antipatiche, o insopportabili e non ce la faccio a pensare di chiamarti come certa gente che conosco: quindi via Laura, via Silvia. Per Lara c'è una par condicio, con una fantastica cugina americana da un lato, e una zitella inacidita dall'altro.

E allora, mi dirai, che resta? mica mi vorrai chiamare Pupetta sul serio?
Andiamo con la rosa dei nomi candidati, ognuno dei quali ha pro e contro, ché altrimenti era troppo facile.

Paola. Dovresti nascere a fine giugno, quindi intorno al 29, San Paolo appunto. Sai che anch'io mi sarei dovuta chiamare Paola? poi all'ultimo momento i tuoi nonni cambiarono idea (tra l'altro potremmo avere anche lo stesso compleanno io e te, ci pensi? io sì, così si concentrererebbero tutti su di te e dimenticherebbero il numero dei miei anni, finalmente). Tuo papà non è molto convinto però.

Elena. Questo è stato proprio il tuo nome per un po', lo sai? Ci piaceva, breve, dolce, significa "splendente come il sole". Poi però, parlando con nonne e parenti, è uscito che alla maggior parte di loro questo nome sa di vecchio, perchè Sant'Elena è la patrona di un paesino delle nostre parti, e quindi ci sono palate di vecchiette più o meno centenarie con questo nome, per di più storpiato in Lena. Quindi, chiamandoti Elena, io penserei alla donna più bella del mondo, che fece scoppiare una guerra tra Greci e Troiani, e molti altri a orde di prozie al sapor di naftalina.

Angela. Semplice, classico, significa messaggera di Dio. Bello no? la questione non è tanto  che nella mia famiglia ci siano diverse Angela e composti di Angela (me compresa), quanto che nella famiglia di papà c'è una storia triste legata ad una Angela, e non sono affatto sicura di volerti dare questo nome pesante da portare, tu che sei così piccolina.

Sara. Mi piace, mi piace da pazzi. Semplice, breve, significa principessa. Però se vai in un asilo e chiami "Sara" ti saltano addosso la metà delle bambine, essendo il secondo nome più diffuso tra le nuove nate negli ultimi anni. Voglio chiamare mia figlia come la figlia di mezza Italia?

E poi la new entry di pochi giorni fa, il nome cui non avresti mai pensato, pronunciato insieme al cognome dalla nonna, mia madre, con noncuranza e già in tono rinunciatario. Francesca.
Lungo, con un sacco di consonanti, il contrario di quello che cercavamo. Però sta benissimo  con il cognome, ed è così musicale...Quando ho sentito mia madre pronunciarlo mi è scattato lo stesso click che ho avuto con Alessandro qualche mese fa. L'ho riconosciuto come il nome.
Problema: è il nome della zia Francy, mia sorella. Questo implica che: 1) chi la tiene l'altra zia, mia sorella? 2) come la mettiamo con la famiglia di papà - e non avrebbero nemmeno torto vista la questione con il nome Angela- ?

Insomma Pupetta, siamo ancora in alto mare con il tuo nome, non so se basteranno altri quattro mesi per sceglierne uno.Speriamo ci  arrivino in aiuto le blog-amiche con proposte e suggerimenti.
Comunque, se proprio non ci riusciamo, non ti preoccupare, abbiamo una soluzione d'emergenza: aspetteremo che tu parli, così te lo scegli da sola.

venerdì 18 febbraio 2011

Gravidanza pubblica

Marito si lamenta perchè nessuno o quasi si interessa alla sua futura paternità.
Io ho il problema opposto: amiche, conoscenti e perfetti sconosciuti di entrambi i sessi, appena vedono la mia pancia si trasformano, a scelta, ne :ginecologo/sorella/pediatra/mamma/tata Lucia. O più semplicemente si fanno i fatti miei.
Ieri, al bar del palazzo in cui lavoro saltuariamente:

- Proprietaria (mi conosce da anni, non ci siamo mai filate, non mi vedeva da prima di Natale): Ma buongioooorno! comevacomevaaa?
Io: Bene, grazie. Mi fa un decaffeinato?
Ragazza del bar (mi conosce da anni, ogni tanto sono stata gentile con lei. Arriva dall'altra parte del locale, sparata verso di me): maaaaaa.... sei in dolce attesa?
Io:
Proprietaria e ragazza: Uuuuuuh!! e di quanto?
Io: Sono al quinto mese
Proprietaria e ragazza: Uuuuuuh!! fai vedere la pancia
Io: eh? ma chi vi conosce, andate a vedere la pancia di vostra sorella... Comunque apro un po' il cappotto 
Proprietaria e ragazza:Uuuuuuh!! che pancia grande!
Io: ma lo devo prendere come un complimento?
Proprietaria e ragazza: e che cos'è, che cos'è?
Io: e che volete che sia, un feto di ventuno settimane, no? vabbé, ho capito che intendete
E' una bambina
Proprietaria e ragazza: Uuuuuh! in effetti hai proprio una pancia da femmina
Io: cioè? rosa con i baffi di Hello Kitty sopra?

 E alla fine non mi hanno nemmeno offerto il caffè.


sabato 12 febbraio 2011

Cara pupetta

Allora sei una femmina. E' sicuro.
Quando ti ho visto nell'ecografia premorfologica eri di spalle, con questa spina dorsale lunga e fitta come un pettinino. Chiusa in fondo, fatta bene in ogni parte. Brava. I reni, la vescica, le gambe, tutto a posto. Poi ti abbiamo visto il sederino, di profilo, e lì sotto assolutamente piatto, da signorina quale sei.

Poi l'ecografista ha messo la sonda al lato dell'ombelico, dove a volte sentivo dei dolorini sospetti e ben piazzati, che non sapevo identificare, e che un po' mi facevano impensierire quando per un paio di giorni non sentivo i tuoi calcetti, delicati e leggeri. E ho scoperto che lì, al lato sinistro dell'ombelico, c'era la tua testolina (ma quando sei diventata così alta? l'ultima volta eri un pesciolino di una decina di centimetri), e che nei giorni in cui mi struggevo perchè non ti sentivo scalcettare, in realtà mi riempivi di testate ben assestate. Cominciamo bene, signorina...

Dormivi dando le spalle all'esterno, come faccio io a letto, e mi hanno spedito a fare un giro per farti svegliare e cambiare posizione. Un'ora dopo eri perfettamente sveglia. E sempre di spalle. L'ecografista ha picchiettato con la sonda per sollecitarti, ma non c'è stato niente da fare, non ne hai voluto sapere di girarti e farti vedere. Allora lui ha girato me come un salame sul lettino e in qualche modo ti abbiamo vista. Siamo arrivati anche al tuo faccino, appoggiato sulla mano. Muovevi la bocca, e la manina. Che emozione...
Poi l'ecografista ha fatto un gioco di prestigio e dallo schermo piatto è spuntato il tuo visino a tre dimensioni, e mi è saltato un battito a guardarti in faccia, sai? E il tuo papà ha avuto un mezzo mancamento.

Tra dieci giorni facciamo la morfologica vera e propria, non vedo l'ora di vederti. Ma mi raccomando bimba, di fronte, stavolta, che non sta bene dare le spalle in pubblico.