giovedì 26 maggio 2011

In una bolla

Pupetta vive da otto mesi in una bolla tiepida e ovattata, al sicuro da tutto e tutti. E non è l'unica.

Da quando so di essere incinta anch'io mi sento in una bolla soffusa e rosata, dove il mondo esterno arriva filtrato e, da un mesetto, quasi non arriva più, limitato a marito-divano-prenatal-mamma e sorelle.

E invece ogni tanto la mia bella bolla ha dei sussulti,e arrivano degli scossoni a ricordarmi che mentre io sono in attesa - nel senso che sto ferma ad aspettare che la pupa arrivi - il mondo va avanti.

E allora:
- corri a compilare la domanda per la conferma in graduatoria altrimenti ti perdi il tuo sudatissimo, inutile terzultimo posto
- corri a fare fotocopie per la domanda che potrebbe uscire tra domani o due mesi e dev'essere tutto pronto ora, visto che non sai se puoi compilarla tra una contrazione e l'altra
- ricordati con orrore di una consegna che scade... dieci giorni fa

E mentre mi sento la negazione del donnino determinato e organizzato che ero prima dell'ubriacatura ormonale mi chiedo come farò mai a gestire tutto dopo che Pupetta sarà nata, visto che già ora per pensare a lei mi scordo di tutto il resto. Mi si svilupperà qualche parte dormiente del cervello? vivrò sommersa dai Post-it? farò liste su liste di cose da fare - che poi perderò?-

Mamme della rete, come fate a fare le mamme e a fare tutto il resto? avete il Giratempo, l'orologio magico di Harry Potter, per tornare indietro nel tempo e fare le cose che avete dimenticato?
E soprattutto, dove si compra il Giratempo?

giovedì 19 maggio 2011

C'è anche il papà

Trovo molto bella la frase che dice "Quando nasce un bambino nasce anche una mamma", però bisognerebbe aggiungere "e un papà": è vero che gli uomini sono per forza meno coinvolti nella gravidanza - e, diciamoci la verità, quando siamo tonde come mappamondi  e con due zampogne al posto dei piedi li odiamo anche un po' per questo - ma vivono l'attesa insieme a noi, crescono con noi e spesso hanno anche più ansie di noi future mamme.

Osservare Marito alle prese con l'idea della bimba in arrivo mi fa oscillare tra tenerezza e divertimento.
All'inizio gli ci è voluto un po' per capire cosa stesse succedendo davvero: abbiamo fatto insieme il test, ci siamo scambiati paure speranze ed emozioni, però, mentre io sono stata in modalità "mamma" dal primo momento" lui è stato spaesato per tutto il primo trimestre. E' sempre stato premuroso con me, attento che stessi bene e non mi stancassi, ma il focus ero ancora io, almeno fino al quarto mese, quando ho cominciato ad arrotondarmi e lui ha realizzato che la mia pancia era soda perché c'era qualcuno dentro.

L'epifania è avvenuta il giorno dell'ecografia morfologica, precisamente quando quella che avevamo scoperto essere una bambina ha scalciato durante l'esame, e abbiamo visto in diretta la gambetta muoversi contro l'utero. Marito è stato silenzioso e un po' stordito per tutto il pomeriggio. A sera, quando si è ripreso dall'emozione, era diventato papà.

Da allora è diventato ancora più ansioso: passi per il divieto del caffè, per i viaggi in auto a 50 km/h fissi, ma la notte in cui mi ha svegliato perché secondo lui mi giravo troppo bruscamente e sballottavo la bambina non sapevo se ridere o arrabbiarmi...

Intanto il papà si faceva una cultura sull'IsoFix e diventava estremamente impressionabile sul parto - lui!- . Inoltre la notizia di essere quasi papà di una bimba lo ha messo in contatto con un universo a lui completamente ignoto, provenendo da una famiglia di maschi.  Ha scoperto i vestitini rosa taglia 1-3 mesi e ha cominciato a guardare le bimbe in giro. Anche io mi fermo a guardarle, ma  sui genitori faccio un effetto diverso rispetto a un omone di 1 metro e 85 che non si perde una mossa di una paperella di 16 mesi...

Un paio di mesi fa abbiamo visto "Il padre della sposa" (versione anni '90 con Steve Martin), film troppo zuccheroso perfino per me, patita del genere. Lui, cresciuto a Star Trek e Visitors, non si è perso una virgola del film, perché - parole sue -  si identificava sia con il futuro sposo che con il padre della sposa, emozionandosi al ricordo del matrimonio e struggendosi all'idea che Pupetta un giorno lo lascerà per un altro uomo.

Qualche giorno fa l'ho trovato a guardare rapito non so che telefilm dove il personaggio principale - uomo - aveva una bimba di un anno al massimo, tonda tonda, che non faceva che ridere e mangiare. Aveva gli occhi a forma di cuore ogni volta che la piccola veniva inquadrata. Unico dettaglio: la bimba era nera come un cioccolatino, a differenza di come sarà la nostra... potere dell'istinto paterno :-)

Io sono preoccupata (oltre che del parto, ma in qualche modo passerà) di essere una buona mamma, mi chiedo se ce la farò, se saprò crescerla bene. Ma mi tranquillizzo perché so già che lui sarà un ottimo papà.

mercoledì 11 maggio 2011

Ansia preparto

Domani sono 33 settimane. Solo 7 settimane dal termine, 49 giorni, in teoria.
Già, in teoria, perché in questo periodo non faccio che incontrare donne che mi descrivono fino all'ultimo raccapricciante dettaglio il loro parto prematuro.
Vado all'INPS per il congedo obbligatorio e la gentilissima signora del desk, mentre compila alcuni campi per me, mi racconta dell'emorragia (fiumi di sangue!!) a fine settimo mese e drammatica corsa in ospedale (i 10 minuti più lunghi della mia vita...pensavo di morire...). Ovviamente giusto in quei giorni stavo finendo il settimo mese. Grazie per la sensibilità.

Ieri sono andata alla Prenatal per comprare il necessario per l'ospedale. Ho avuto un mezzo attacco di panico davanti alle dimensioni degli assorbenti post-parto, e la gentilissima commessa, per rassicurarmi, ha  pensato bene di raccontarmi con un gran sorriso di quando le si sono rotte le acque all'ottavo mese (dopo una gravidanza perfetta! ha presente una cosa proprio perfetta? Sì, la mia gravidanza, per esempio) e lei è andata in ospedale già dilatata, ma ha dovuto subire un cesareo (ho fatto due parti... sorrisone). Meno male che li addestrano per lavorare in quel negozio, figurati se l'avessero lasciata libera di improvvisare. Metterei una legge che vieta di raccontare parti preoccupanti alle donne incinte.

La ciliegina sulla torta è il corso preparto. Prima di cominciare a frequentarlo vivevo nella mia bolla felice di gravidanza eterna, ora mi riehceggiano nella testa parole nuovo come episiotomia e periodo prodromico.
L'ostetrica del corso è molto brava e dai modi piuttosto spicci (penso che l'essere un po' brusca sia una condizione indispensabile per il suo lavoro, altrimenti come potrebbe controllare donne rese folli da doglie e ormoni?), diciamo che non fa giri di parole per addolcire le descrizioni.
Tutte cose nella norma e che hanno fatto milioni di donne prima di me, ok. Ma io non l'ho mai fatto! e se succede qualcosa? e se qualcosa va storto? e se mi sto preoccupando invano e alla fine avrò un cesareo?

Nel frattempo sono andata su internet: grosso errore.
Manca solo il racconto della donna che partorì sette elefanti gemelli e poi direi che ho trovato letteralmente di tutto. Ma possibile che non ne abbia trovata una che scrivesse "Ho partorito alla 40 settimana, mi sono fatta un po' male ma in 3 ore era finito ed era tutto ok?".

D'altro canto, nella mia generale apprensione anche le - poche- esperienze positive di cui sento mi mettono ansia. Mia madre, dall'alto delle sue tre gravidanze impeccabili e altrettanti parti veloci (con l'ultima figlia non fecero in tempo nemmeno a depilarla, si tolse solo i pantaloni) mi ripete che partorire è facile. E mi viene l'ansia da prestazione. Se non sono brava come lei? se mi contorco per quattordici ore? Se mia figlia, a differenza mia e delle mie sorelle, non ha fretta di uscire?

Ma perché non posso essere incinta tutta la vita?