lunedì 22 agosto 2011

Bilancio bimestrale

Sabato Elena compie due mesi. Due mesi di rivoluzione completa, e di rovesciamento di tutte le idee e aspettative:
- Credevo che le contrazioni fossero dolorose e ho dovuto spostare il mio concetto di 'doloroso' moooolto più in alto

- Ero sicura che avrei avuto un meraviglioso parto naturale, e ho fatto un cesareo d'urgenza dopo otto ore di travaglio notturno

- Volevo che mio marito venisse  in sala parto e poi l'ho cacciato via già dalla sala travaglio

- Ero entusiasta e attrezzatissima per l'allattamento al seno (reggiseno, coppette, salviette etc) e ho dovuto fare allattamento artificiale esclusivo (vi risparmio le scene di pianto greco)

- Credevo di essere pronta ad avere una figlia e invece ero del tutto impreparata

- Credevo nascesse piccolina e calva ed è nata grande e piena di capelli neri

- Immaginavo una mia fotocopia in miniatura, ma finora mi assomiglia solo nel mento, per il resto è la fotocopia del papà - manco l'avesse fatta lui -

- Ero terrorizzata dalle coliche, ed Elena non ne soffre - fingers crossed!-

- Ero spaventata dalla mancanza di sonno, e mia figlia - che avrà preso da me - dorme come un ghiro, soprattutto di notte - fingers crossed anche qui!-

- Credevo che il bagnetto fosse rilassante ed Elena si imbestialisce ogni volta che la tiro fuori dalla sua vasca

- Ero convinta di usare i pannolini ecologici e quasi non ce la faccio a star dietro nemmeno a quelli usa e getta

- Ero contraria al rosa per vestiti biancheria e quant'altro perché pink stinks e le teorie fenministe e blablabla, e ora siamo nella casa di Barbie

- Credevo nei metodi e ora non so dove buttare tutti i vari manuali, bastano intuito e buonsenso

- Credevo di essere ormai del tutto impreparata e mi sono pian piano scoperta capace di liberare il nasino, calmare i pianti e soprattutto avere infinita pazienza

- Credevo che essere mamma fosse bello e faticoso. Non immaginavo che fosse così faticoso, e non avrei mai immaginato quanto fosse bello.

venerdì 1 luglio 2011

Un po' mamma, finalmente

Salve, sono la mamma di Elena.

E' nata il 27 giugno alle 4 del mattino dopo un parto che non dimenticherò mai (la faccenda del "partorirai con dolore" NON è una metafora, adesso lo so).
E' bellissima, naturalmente (teorema dello scarrafone? No,lo dicono anche le infermiere che è la miss del nido) . Alla nascita pesava 3,74 kg; ha tantissimi capelli neri e le guanciotte rosee. E ha già il suo caratterino, non avrei ma detto che una cosetta di 4 giorni potesse essere così chiara nel farsi capire! La riconoscete, è quella che nel nel nido piange più  forte di tutti.
Io sono devastata da un doppio parto (dettagli più in là, ora sono troppo scioccata per parlarne) e travolta  da sentimenti contrastanti. La guardo e so di aver fatto la cosa migliore della mia vita, ma sarò in grado di prendermene cura come merita? Ma poi come ho fatto finora a vivere senza questa pupetta?

lunedì 20 giugno 2011

Ho capito perché si dice "essere in attesa"

38 settimane e 4 giorni.
 Due settimane fa il ginecologo mi aveva fatto capire che ero lì per lì per partorire. Corri a riempire il freezer di piatti pronti al marito prima di trasferirmi dai miei, metti le ultime cose in valigia, finisci di corsa le cose in sospeso.
La settimana scorsa la sentenza è stata che la piccola scoppia di salute e non ci pensa proprio ad andarsene dal suo monolocale, è cefalica ma ben lontana dalla porta d'uscita. Ho passato una settimana a casa dei miei in una specie di bolla, a fare a fatica le scale di giorno e a non dormire di notte. Per chi fosse interessata, so a memoria tutta la programmazione televisiva notturna.
Domani altro controllo, vediamo qual è il responso. Intanto la pancia ha assunto dimensioni imperiali, Pupetta è bella grande (stimata 3,600 kg per 52 cm?!?) e le scale diventano sempre più alte. La programmazione notturna non è male però.  Credo sia karma: ho passato tutto l'ottavo mese a preoccuparmi che nascesse troppo presto, così ora che sono prontissima e non potrei tollerare la vista di un altro lenzuolino/asciugamano/copriletto ricamato sono qui a far nulla, non posso fare altro che aspettare. Ecco perché la gravidanza la chiamano  anche 'attesa', l'ho capito ora più che mai.
In realtà stanotte mi sono svegliata con dei dolorini, e per circa venti minuti ho pensato Vuoi vedere che ci siamo?
Non c'eravamo, però sono stata contenta di fare, diciamo così, le prove generali. Speriamo che quando ci saremo davvero manterrò la stessa calma.

venerdì 10 giugno 2011

A termine

Oggi 37 settimane più 1. Pupa, siamo ufficialmente a termine. Ovvero, ogni momento è buono perché tu nasca; hai i polmoni maturi e io ho tante contrazioni indolori che mi preparano il canale del parto. Insomma, ci siamo.
 Oddio.
Io mi sono sentita la tua mamma nel momento in cui ho visto la seconda pallida striscia sul test di gravidanza e da allora in poi ho fatto tutto quello che potevo e dovevo per proteggerti portando avanti una gravidanza - diciamolo piano, ché ancora non è del tutto finita - fortunata. 
E ora che siamo lì per lì, non mi sento pronta manco per niente. Come farò? come ti terrò in braccio? come resisterò alla mancanza di sonno? come riuscirò a non litigare furiosamente con nonne zie prozie e chiunque mi voglia insegnare come crescere mia figlia?

E poi, bimba, anche 'sto fatto del parto: in teoria sono preparatissima, in pratica ho un  po' d'angoscia. Mi controllo maniacalmente più volte al giorno: non è che mi si sono rotte le acque? non è che sto cominciando le contrazioni del travaglio? Il gine, che è bravissimo ma è uomo, non ha saputo descrivermi in modo soddisfacente come riconoscerle. Tua nonna, che non è ginecologa ma ha avuto tre figlie con tre parti lampo mi dice solo" Te ne accorgerai quando è il momento, oh se te ne accorgerai". Mi sa che ha ragione lei.

Forse questo stato d'animo un po' strano dipende anche dal fatto che per questi ultimi giorni mi sono trasferita dai nonni, più vicino all'ospedale e con qualcuno a casa quasi tutto il giorno. Da moglie-incinta sono diventata figlia-che-aspetta-una-figlia, e - anche se ADORO che il pranzo si presenti magicamente sul tavolo - un po' mi confonde questo passaggio di ruoli. Esonerata dai lavori domestici, vago per la casa con troppe scale -anf- con il mio vestitiello premaman che fa un po' ridere per come mi sta addosso. Sembro un pupazzetto di plastilina: due palline per i piedi, una palla grande per la pancia, due palline per i seni, una pallina per la testa. A volte cerco di evitare la nonna, perché se mi acchiappa mi tiene ore ad esaminare lenzuolini ricamati, copertine all'uncinetto e robe così. Io non distinguo un ricamo da una stampa, immagina che interessanti queste sedute. Però avrai tante cose belle, fatte apposta per te.

Chiamo il tuo papà meno spesso di quanto vorrei - ovvero ogni paio d'ore invece che ogni 10 minuti - e quando lo sento dire tutto contento "Dai, ci siamo, voglio vedere Pupetta, la voglio vedere!!!" un po' mi intenerisce, un po' lo strozzerei, tanto a  lui arriva solo il prodotto finale, mica deve partorirti.

Per fortuna ci sei tu che sei così brava. Cresci, ti fai sentire non appena penso "Ma è un po' che non avverto movimenti", spesso punti il sederotto o un piedino, ogni tanto molli un calcio o una gomitata che lasciano il bozzo, e singhiozzi, preferibilmente di notte. Tua nonna sentenzia "Questa sarà una bambina bravissima, si vede da come si comporta in gravidanza". Io sono un po ' perplessa ma guai a risponderle, spero solo che non ci porti sfiga.

Forse semplicemente ho troppo tempo per pensare e per guardarmi la panza. Poi arriverai e bisognerà fare, senza interruzione. E in realtà, tra tante paranoie, anch'io non vedo l'ora di conoscerti.

giovedì 26 maggio 2011

In una bolla

Pupetta vive da otto mesi in una bolla tiepida e ovattata, al sicuro da tutto e tutti. E non è l'unica.

Da quando so di essere incinta anch'io mi sento in una bolla soffusa e rosata, dove il mondo esterno arriva filtrato e, da un mesetto, quasi non arriva più, limitato a marito-divano-prenatal-mamma e sorelle.

E invece ogni tanto la mia bella bolla ha dei sussulti,e arrivano degli scossoni a ricordarmi che mentre io sono in attesa - nel senso che sto ferma ad aspettare che la pupa arrivi - il mondo va avanti.

E allora:
- corri a compilare la domanda per la conferma in graduatoria altrimenti ti perdi il tuo sudatissimo, inutile terzultimo posto
- corri a fare fotocopie per la domanda che potrebbe uscire tra domani o due mesi e dev'essere tutto pronto ora, visto che non sai se puoi compilarla tra una contrazione e l'altra
- ricordati con orrore di una consegna che scade... dieci giorni fa

E mentre mi sento la negazione del donnino determinato e organizzato che ero prima dell'ubriacatura ormonale mi chiedo come farò mai a gestire tutto dopo che Pupetta sarà nata, visto che già ora per pensare a lei mi scordo di tutto il resto. Mi si svilupperà qualche parte dormiente del cervello? vivrò sommersa dai Post-it? farò liste su liste di cose da fare - che poi perderò?-

Mamme della rete, come fate a fare le mamme e a fare tutto il resto? avete il Giratempo, l'orologio magico di Harry Potter, per tornare indietro nel tempo e fare le cose che avete dimenticato?
E soprattutto, dove si compra il Giratempo?

giovedì 19 maggio 2011

C'è anche il papà

Trovo molto bella la frase che dice "Quando nasce un bambino nasce anche una mamma", però bisognerebbe aggiungere "e un papà": è vero che gli uomini sono per forza meno coinvolti nella gravidanza - e, diciamoci la verità, quando siamo tonde come mappamondi  e con due zampogne al posto dei piedi li odiamo anche un po' per questo - ma vivono l'attesa insieme a noi, crescono con noi e spesso hanno anche più ansie di noi future mamme.

Osservare Marito alle prese con l'idea della bimba in arrivo mi fa oscillare tra tenerezza e divertimento.
All'inizio gli ci è voluto un po' per capire cosa stesse succedendo davvero: abbiamo fatto insieme il test, ci siamo scambiati paure speranze ed emozioni, però, mentre io sono stata in modalità "mamma" dal primo momento" lui è stato spaesato per tutto il primo trimestre. E' sempre stato premuroso con me, attento che stessi bene e non mi stancassi, ma il focus ero ancora io, almeno fino al quarto mese, quando ho cominciato ad arrotondarmi e lui ha realizzato che la mia pancia era soda perché c'era qualcuno dentro.

L'epifania è avvenuta il giorno dell'ecografia morfologica, precisamente quando quella che avevamo scoperto essere una bambina ha scalciato durante l'esame, e abbiamo visto in diretta la gambetta muoversi contro l'utero. Marito è stato silenzioso e un po' stordito per tutto il pomeriggio. A sera, quando si è ripreso dall'emozione, era diventato papà.

Da allora è diventato ancora più ansioso: passi per il divieto del caffè, per i viaggi in auto a 50 km/h fissi, ma la notte in cui mi ha svegliato perché secondo lui mi giravo troppo bruscamente e sballottavo la bambina non sapevo se ridere o arrabbiarmi...

Intanto il papà si faceva una cultura sull'IsoFix e diventava estremamente impressionabile sul parto - lui!- . Inoltre la notizia di essere quasi papà di una bimba lo ha messo in contatto con un universo a lui completamente ignoto, provenendo da una famiglia di maschi.  Ha scoperto i vestitini rosa taglia 1-3 mesi e ha cominciato a guardare le bimbe in giro. Anche io mi fermo a guardarle, ma  sui genitori faccio un effetto diverso rispetto a un omone di 1 metro e 85 che non si perde una mossa di una paperella di 16 mesi...

Un paio di mesi fa abbiamo visto "Il padre della sposa" (versione anni '90 con Steve Martin), film troppo zuccheroso perfino per me, patita del genere. Lui, cresciuto a Star Trek e Visitors, non si è perso una virgola del film, perché - parole sue -  si identificava sia con il futuro sposo che con il padre della sposa, emozionandosi al ricordo del matrimonio e struggendosi all'idea che Pupetta un giorno lo lascerà per un altro uomo.

Qualche giorno fa l'ho trovato a guardare rapito non so che telefilm dove il personaggio principale - uomo - aveva una bimba di un anno al massimo, tonda tonda, che non faceva che ridere e mangiare. Aveva gli occhi a forma di cuore ogni volta che la piccola veniva inquadrata. Unico dettaglio: la bimba era nera come un cioccolatino, a differenza di come sarà la nostra... potere dell'istinto paterno :-)

Io sono preoccupata (oltre che del parto, ma in qualche modo passerà) di essere una buona mamma, mi chiedo se ce la farò, se saprò crescerla bene. Ma mi tranquillizzo perché so già che lui sarà un ottimo papà.

mercoledì 11 maggio 2011

Ansia preparto

Domani sono 33 settimane. Solo 7 settimane dal termine, 49 giorni, in teoria.
Già, in teoria, perché in questo periodo non faccio che incontrare donne che mi descrivono fino all'ultimo raccapricciante dettaglio il loro parto prematuro.
Vado all'INPS per il congedo obbligatorio e la gentilissima signora del desk, mentre compila alcuni campi per me, mi racconta dell'emorragia (fiumi di sangue!!) a fine settimo mese e drammatica corsa in ospedale (i 10 minuti più lunghi della mia vita...pensavo di morire...). Ovviamente giusto in quei giorni stavo finendo il settimo mese. Grazie per la sensibilità.

Ieri sono andata alla Prenatal per comprare il necessario per l'ospedale. Ho avuto un mezzo attacco di panico davanti alle dimensioni degli assorbenti post-parto, e la gentilissima commessa, per rassicurarmi, ha  pensato bene di raccontarmi con un gran sorriso di quando le si sono rotte le acque all'ottavo mese (dopo una gravidanza perfetta! ha presente una cosa proprio perfetta? Sì, la mia gravidanza, per esempio) e lei è andata in ospedale già dilatata, ma ha dovuto subire un cesareo (ho fatto due parti... sorrisone). Meno male che li addestrano per lavorare in quel negozio, figurati se l'avessero lasciata libera di improvvisare. Metterei una legge che vieta di raccontare parti preoccupanti alle donne incinte.

La ciliegina sulla torta è il corso preparto. Prima di cominciare a frequentarlo vivevo nella mia bolla felice di gravidanza eterna, ora mi riehceggiano nella testa parole nuovo come episiotomia e periodo prodromico.
L'ostetrica del corso è molto brava e dai modi piuttosto spicci (penso che l'essere un po' brusca sia una condizione indispensabile per il suo lavoro, altrimenti come potrebbe controllare donne rese folli da doglie e ormoni?), diciamo che non fa giri di parole per addolcire le descrizioni.
Tutte cose nella norma e che hanno fatto milioni di donne prima di me, ok. Ma io non l'ho mai fatto! e se succede qualcosa? e se qualcosa va storto? e se mi sto preoccupando invano e alla fine avrò un cesareo?

Nel frattempo sono andata su internet: grosso errore.
Manca solo il racconto della donna che partorì sette elefanti gemelli e poi direi che ho trovato letteralmente di tutto. Ma possibile che non ne abbia trovata una che scrivesse "Ho partorito alla 40 settimana, mi sono fatta un po' male ma in 3 ore era finito ed era tutto ok?".

D'altro canto, nella mia generale apprensione anche le - poche- esperienze positive di cui sento mi mettono ansia. Mia madre, dall'alto delle sue tre gravidanze impeccabili e altrettanti parti veloci (con l'ultima figlia non fecero in tempo nemmeno a depilarla, si tolse solo i pantaloni) mi ripete che partorire è facile. E mi viene l'ansia da prestazione. Se non sono brava come lei? se mi contorco per quattordici ore? Se mia figlia, a differenza mia e delle mie sorelle, non ha fretta di uscire?

Ma perché non posso essere incinta tutta la vita?